..turisti
Turista: categoria di persone appartenente alla specie umana di età compresa tra i 30 ed i 60 anni e di origine prevalentemente occidentale che si sposta dal proprio abituale luogo di residenza compiendo dei viaggi senza scopo -se non quello di gozzovigliare e sconvolgere il posto visitato- a mezzo di autobus, navi da crociera o aerei, ammassandosi su precisi posti del pianeta in determinati periodi dell'anno.
Il t. si presenta sotto sembianze umane ma cammina in maniera goffa alternando sorrisi ebeti a sguardi sperduti. Gli esemplari di sesso maschio vestono con pantaloncini corti stretti con una cintura sopra la quale sporge un ventre prominente, calzano scarpe da ginnastica -spesso legate con lacci smisuratamente lunghi- e calzini fino al polpaccio. La maggioranza indossa una maglietta -loro la chiamano T-Shirt- con sovrimpresso il nome della località visitata in precedenza, molti di loro ad esempio hanno visitato l'Hard Rock Cafè di Londra o di Barcellona (..numerose volte ho tentato di individuare queste località sulle mappe ma sempre invano! N.d.A.). Alcuni portano un berrettino da baseball ben calato in testa in maniera da divaricare bene le orecchie. Gli esemplari femmine si differenziano dai maschi per via del copricapo, loro lo preferiscono a larghe tese oppure sfoggiano soltanto un frontalino sostenuto da un elastico, e dal ventre, che invece di sporgere si riversa flaccido sopra la fibbia dei pantaloni. In entrambi i sessi dalla mano penzola una macchina fotografica digitale compatta, solo i più facoltosi e a detto loro "appassionati" ne portano al collo una tradizionale avendo cura che la tracolla sia sistemata nel verso giusto in maniera che ne risulti ben leggibile la marca. I t. si spostano in gruppo o per meglio dire in gregge all'interno del quale sono formate delle coppie ( i t. che viaggiano non in coppia appartengono ad un'altra categoria di quest'ultimi; vedi anche "turista single") e sono accompagnati da una persona , il pastore o anche capogruppo che veste in maniera diversa; pantaloni lunghi al posto di quelli corti e niente cappellino. Il pastore si di differenzia inoltre dai t. potrando una targhetta con le proprie credenziali puntata sul petto (a volte sventola alta anche una bandiera con scritto il nome del gregge per evitare che il gregge segua un altro pastore) e dall'espressione svogliata del suo viso.
Il pastore -a differenza della figura tradizionale del pastore a noi noto- non ha il compito di tosare o mungere il gregge in quanto ci sono altre persone preposte a farlo (queste persone sono chiamate Operatori Turistici ed agiscono in nome e per conto dei Tour Operator) ma soltanto il dovere di tenere il gregge a bada, fare in modo che non si disperda ed accompagnarlo nelle varie tappe del tour dando loro assistenza e rispondendo alle varie ed importanti domande del tipo; ..a che ora arriveremo? ..quante stelle ha il nostro albergo? ..a che ora si mangia? ecc, ecc. Il capogruppo (a volte con l'ausilio di un pastore locale) ha inoltre i dovere di accompagnare la ciurma nei posti di maggiore interesse -quali musei, centri storici, siti archeologici, ecc.- dando loro spiegazioni di cosa stanno vedendo, senza mai fare accenno al perchè. E' in questi momenti che la vicenda assume toni commoventi; i t. disposti a semicerchio in silenzio ed in maniera composta mantengono sempre lo sguardo a terra o comunque assente, travolti da una valanga di date e nomi di strane dinastie che il pastore riversa loro addosso senza un attimo di tregua. I t. allora si sentono smarriti e la situazione che si viene a creare è molto simile a quella della domenica in chiesa mentre il prete salmodia imperterrito la litania. Alcuni studiosi sostengono che è proprio in questi momenti che qualcuno di loro si pone la domanda "..che cazzo ci faccio qui!?" ma poi vagando con la mente in cerca di una improbabile risposta ricordano lo spettacolo folcloristico in programma per la serata e la situazione si sdrammatizza (per maggiori informazioni su questo argomento vedi la lettura "il decadimento di un popolo, dagli indiani d'america ai nomadi del deserto attraverso i masai, ovvero come perdere la propria dignità nel tentativo di divertire un gruppo di imbecilli!") .
Il motivo di tanto peregrinare non vien dato a sapere ai t. ma vien fatto loro credere che compiere questi viaggi sia di estrema importanza in questa nostra epoca al fine di sfogare lo stress accumulato nei mesi di lavoro e per accrescere la loro cultura da poter poi sfoggiare nei salotti serali e nelle occasioni mondane con affermazioni del tipo; "..l'anno scorso ci siamo fatti i caraibi, questanno ci siamo fatti il messico" e così via.
Come prova di questi viaggi i t. acquistano degli oggetti di elevato costo -ma non valore- nel paese ove si recano, tali oggetti sono propriamente detti "souvenir" e sono reperibili su degli appositi "negozi per turisti" (va sottolineato che i proprietari di questi negozi danno un consistente aiuto ai Tour Operator nelle operazioni di mungitura e tosatura del gregge). I souvenir vengono poi esposti nelle abitazioni come soprammobili in maniera che gli eventuali ospiti li possano notare dando modo al t. di elencarne la provenienza.
Altra testimonianza del viaggio compiuto sono le fotografie. Studiosi ed esperti hanno pareri contrastanti riguardo il fatto che nonostante i t. si rechino in viaggio per visitare un paese diverso continuino a fotografare loro stessi, forse la vera ragione di tutto questo va ricecata nel fatto che il t. è totalmente ignaro del posto in cui si trova. A parte questo trascurabile dettaglio, è estremamente interessante osservare il turista nell'atto di farsi fotografare; solitamente si fanno fotografare in coppia avendo cura di nascondere all'obbiettivo le vestigia o le bellezze naturali che li hanno spinti fino a lì, la femmina cerca di tenere una postura dignitosa e si aggiusta l'acconciatura passandosi le mani tra i capelli mentre il maschio combatte nel tentativo di trattenere la pancia entro la circonferenza dei pantaloni e nel contempo assumere un'espressione divertita. Si hanno notizie anche di t. che amano fotografarsi soli, nella maggioranza dei casi è il maschio che fotografa la propria femmina, facendola posare in veneree gesta su rocce ed alture, scutando furtivamente prima di posare l'occhio sul quadrante se i circostanti hanno notato cotanta bellezza.
Elemento indispensabile per la sopravvivenza del t. è la costante circostante presenza del proprio habitat, segni di isterismo collettivo si sono verificati al minimo accenno della mancanza di questo, con comportamenti che sono sfociati poi nella violenza soprattutto nei confronti del pastore.
Aziende collaterali che operano nel settore della mungitura e tosatura hanno messo a punto una serie di circostanze al fine che il t. possa vivere nel proprio habitat anche durante il viaggio, si possa sentire a proprio agio e non abbia sofferenza alcuna, a tali opere è stato dato il nome di "infrastrutture turistiche". Queste sorgono soprattutto a ridosso, se non sopra, le bellezze naturali ed architettoniche e si dividono in: hotel, villaggi e resort. All'interno di queste costruzioni il t. può sentirsi come a casa propria e con le stesse comodità, a dire il vero pochi di loro godono di tali agi nelle proprie dimore ed il fenomeno che ne scaturisce è inversamente proporzionale, ovvero: più la dimora abituale del t. è umile e più il saranno alte le pretese del t. stesso di avere a disposizione lussi e comfort (tra l'altro è lo stesso fenomeno che si verifica ai banchetti matrimoniali; più è scadente la qualità del cibo che l'invitato mangia a casa propria e più sara difficile accontentarlo nelle libagioni, nonostante lo sforzo disperato dei novelli sposi).
L'interno delle infrastrutture turistiche è suddiviso in camere ed è lì che il t. dimorerà durante la sua permanenza. Essendo il t. una persona molto pulita, una volta preso possesso della propria camera, osserva con scrupolo l'eventuale presenza di polvere negli angoli e di acari nel proprio giaciglio prima di coricarsi. La ligia osservanza delle norme igieniche impone inoltre al t. numerose e lunghe doccie giornaliere (si calcola che con l'acqua sprecata in una sola doccia si potrebbero fare il bagno 3 elefanti) coaudiuvate con massicce doccie di detergenti che terminano con la spalmatura su tutto il corpo di balsami ed unguenti (va riconosciuto che quest'ultima pratica pur essendo prettamente femminile sta prendendo abbastanza piede anche nell'ambiente maschile).
Testo integrale tratto da "Dizionario Simone Chieregato"
Ed. "dixemo e robe come che e stà e no smissiemo a merda co a cicoata" Loreo.
..arrivai in Turchia dopo un lungo viaggio che mi aveva portato ad attraversare Georgia Armenia ed Iran, da circa un mese non proferivo una parola nella mia lingua e segretamente nutrivo il desiderio di incontrare qualche turista (meglio ancora se italiano) che mi permettesse di scambiare quattro chiacchiere. Ultima tappa del mio viaggio prima di imbarcarmi nel porto di çesme era Pamukkale. Letteralmente in turco pamukkale significa "castello di cotone" e si fa presto a capire il perchè: l'acqua termale che scaturisce dalle viscere della montagna è ricca di calcio che si deposita lungo la parete rocciosa man mano che l'acqua scorrendo si raffredda. Quel che ne risulta è semplicemente uno spettacolo! Vasche di travertino (il calcio depositato) di un bianco abbacinante a forma di conchiglia, come delle gigantesche acquasantiere piene di acqua tepida. Conosciuto fin dall'antichità, in questo posto i Romani decisero di costruire una stazione termale per sfruttare le proprietà curative dell'acqua, Hierapolis, capace di ospitare 20.000 persone e con un monumentale teatro capace di ospitarne altre 12.000.. il tutto nel pieno rispetto del luogo!
Lo spettacolo che mi attendeva era fantastico, ma quando risalii il crinale da nord per poter sorprendere il luogo in un sol momento nella sua maestosità la delusione fù straziante; le vasche erano asciutte!!!
Un nugolo di turisti guazzava come dei porci in una sola vasca appositamente riempita, prendendosi a gomitate per guadagnare qualche centimetro e potersi immergere, altri si arrampicavano sulle vestigia di Hierapolis cercando il posto ideale per immortalarsi.
Dei pastori aspettavano annoiati accanto alle fauci spalancate degli autobus pronte ad inghiottire i turisti da li a poco per poi ritornare il giorno seguente a vomitarne altri.
Mi avvicinai ad uno di loro con fare minaccioso e quasi urlando gli chiesi (in italiano, ma non me ne resi subito conto) -..e l'acqua?!? ..dov'è l'acqua, le vasche sono vuote?- lentamente il tipo si riprese dallo stato di coma nel quale era caduto durante l'attesa dei bagnanti -l'acqua non c'è più -mi disse- è stata captata per alimentare le infrastrutture turistiche-. Non capivo, tornai a chiedere spiegazioni -ma le foto che si vedono dappertutto con le vasche piene d'acqua?- il pastore fece una smorfia ma senza scomporsi più di tanto -ah, quelle! quelle foto hanno vent'anni, le usano come esca per attirare i turisti-.
Ero affranto, solo in quel momento realizzai che la conversazione si era svolta in italiano, guardai sul parabrezza dei pullman e vidi il nome di un famoso tour operator scritto a caratteri cubitali.
In quel momento fui pervaso da una tristezza enorme, di colpo mi venne in mente l'oasi ed il pameto di Douz in Tunisia le cui palme stanno morendo di sete perchè l'acqua serve ad alimentare gli hotel dove i turisti si faranno le loro doccie giornaliere, pensavo agli atolli del Pacifico e mi chiedevo se ci fosse stato un depuratore nelle fognature dei resort prima di scaricarle a mare.. diedi un'ultimo penoso sguardo al branco di porci nella vasca, ridevano contenti.
Eral'imbrunire, scattai una foto alle vasche asciutte e mi rimisi in sella anche se la stanchezza cominciava a farsi sentire, non mi andava di dormire su quel posto. Se non fosse stato per il giorno dopo che un traghetto mi aspettava per riportarmi in Italia me ne sarei andato lontano, puntando ancora verso l'Iran.