lunedì, giugno 05, 2006

A Great Woman!

..quando incontrai Corinne la prima volta mi ero appena imbarcato sulla nave che dal porto di Bergen in Norvegia mi avrebbe scaricato dopo 2 giorni a Seydisfjiordur in Islanda.
Osservavo quella strana ragazza -alla quale non riuscivo a dare un'età- guardare fuori dall'oblò e fissare un punto preciso nell'infinito. Impiegammo circa 2 ore per uscire con la nave dal fiordo di Bergen -il più lungo della Norvegia- e il paesaggio che si avvicendava negli oblò era fatto di fiabesche casupole adagiate su degli isolotti ed enormi ponti sospesi nel vuoto trattenuti da giganteschi cavi d'acciaio che sembravano -visti a quella distanza- delle pagliuzze invischiate nei fili della tela di un ragno.
Corinne non sembrava di accorgersi di tutto questo e la domanda che mi sorse spontanea fu; cosa sta guardando, a cosa pensa?
Aveva una folta chioma di capelli ricci con delle striature argentee che sembravano dipinte a pastello, gli occhiali con una spessa montatura nera, vestiva con un maglione di lana grezza dei pantaloni verdi in panno e ai piedi dei sandali alla "francescana". Quando, sentendosi osservata, si voltò verso di me mi colse alla sprovvista ed io non ebbi il tempo di fare l'indifferente! Dopo un attimo di esitazione le chiesi se le andava di bere qualcosa e lei per tutta risposta mi disse
-are yuo a biker?
come a voler dire "se non sei un motociclista con te non ci parlo"
-..si sono un motociclista, perchè?
-che moto hai?
mi rincalzò, la conversazione cominciava ad assumere l'aspetto di un interrogatorio nel quale io facevo la parte dell'acccusato
-..quel BMW grigio, l'unico che c'è nel garage..
-Ah! Great bike, let's go to drink!- sbottò, e la tensione si sciolse.
Giuro che per i primi minuti la presi per una svitata, poi però ebbi il piacere di conoscere la persona che si nascondeva dietro a quell'atteggiamento così strano.
Madre di due stupendi ragazzi -che ebbi modo di conoscere in seguito-, moglie di un uomo svitato alla pari sua, ex hostess della KLM, aveva poi lavorato in Kenya ed in Grecia facendo i lavori più disparati, ora faceva la psicologa dopo un breve periodo passato a fare l'antitaccheggio in una grossa catena di supermercati. Viaggiava con una Yamaha XT 500 immatricolata 24 anni prima, la mia prima moto e non me ne sono mai separata mi disse poi, carica come un mulo. Passai la serata a farmi raccontare l'odissea del suo viaggio; aveva rotto 5 raggi (sotto l'Elbtunnel ad Amburgo) a causa dell'asta del freno posteriore che si era spezzata ed infilata di traverso nella ruota. Non si perse d'animo, spinse la moto in salita per i rimanenti 2 km e con pazienza il giorno dopo la rimise in strada. Quell'inconveniente però le fece perdere il traghetto -che aveva frequenza settimanale- così se ne andò a zonzo nella regione del Telemark per quasi una settimana.
Dopo due giorni di navigazione sul cupo e profondo Mar di Norvegia avevamo all'orizzonte la costa orientale dell'Islanda! Scesi a terra, proseguimmo il nostro viaggio insieme, in base alla decisione presa inconsciamente nel momento stesso in cui ci incontrammo -quelle decisioni che non hanno il bisogno di essere discusse in quanto naturale conseguenza dell'incontro tra due persone che sentono di avere molte cose da imparare uno dall'altro-.
Ero fiero di avere una compagna di viaggio, ed orgoglioso, in quanto a mio parere è un privilegio da pochi.
Il giorno seguente fù una prova durissima, fummo costretti a guadare 16 torrenti -alcuni dei quali profondi 70 cm- che la pioggia ininterrotta dal giorno prima aveva notevolmente ingrossato. Corinne se la cavò egregiamente, non cadde neanche una volta (io.. purtroppo si) e solo alla sera quando, dopo 18 ore in sella, trovammo ospitalità in un campo di geologi belga mi confidò che ce l'aveva fatta solo perchè aveva avuto fiducia in me.
..io non ebbi il coraggio di dirle che per me era stata la stessa cosa.

2 Comments:

Anonymous Anonimo said...

Prima che i tuoi occhi
possano illuminarsi
dei miei sorrisi
per quanto ancora
dovrò guardare
le tue spalle
ascoltando il tuo silenzio

per quanto ancora
dovrò cercare altrove
per guarire e dimenticare
i tuoi graffi

per quanto ancora
dovrò capire
cosa sia meglio per me
per non vedere
gli strappi del mio orgoglio

per quanto ancora
dovrò soffocare
cuore e desideri
per rendermi
sorda
ad ogni loro lamento

per quanto ancora
dovrò cercare
tra la folla
il tuo sguardo
perchè possa
rasserenare i miei sorrisi

per quanto ancora
vorrai sfidare te stesso
per rifuggire
i sentimenti

per quanto
per quanto ancora

per sempre
per sempre continuerò
a vivere
con te al mio fianco
amandoti da lontano
per non soffrire
e trovare la forza
di rinascere

per sempre
visiterò luoghi
che vorrò vedere
anche con i tuoi occhi

per sempre
vorrò illudermi di essere
anch'io
nei tuoi pensieri
e sognare
che mi pensi

per sempre
continuerò
a camminare
anche
se sarà doloroso
cercare di
dimenticarti

l'amore
chiede libertà


tvb
DALMAZIA

7:53 PM  
Anonymous Anonimo said...

Si possono percorrere milioni di chilometri in una sola vita senza mai scalfire la superficie dei luoghi né imparare nulla dalle genti appena sfiorate; il senso del viaggio sta nel fermarsi ad ascoltare chiunque abbia una storia da raccontare....
Grazie Simone

4:20 PM  

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