domenica, marzo 12, 2006

..ho pensato di non farcela!



Pista Koçubej-Astrakhan, 290 km, Daghetshan, Regione del Caucaso, Sud Russia.


Da sempre, tutti gli uomini che hanno avuto il bisogno di spostarsi da un posto all'altro, che fosse per viaggio commercio o altro, sono stati oggetto di rapine.
Sia che essi avessero viaggiato per mare o per terra prima o poi sarebbero incappati in una nave pirata o in una banda di predoni.
Quest'arte, perchè di arte si tratta, è tuttora molto in voga in molti paesi del mondo in quanto non consiste in niente di così raffinato o complicato; ci si apposta lungo una rotta, si attende, e presto o tardi qualche nave, carovana o ignaro viaggiatore passerà di li cadendo inesorabilmente nella trappola tesa.
A questo punto, con i metodi coercitivi più disparati e fantasiosi (ecco dove l'arte si compenetra con questa così remunerata attività) si estorce una quantità di valore ai malcapitati (la quantità è quasi sempre a discrezione del predone e raramente la si riesce a mercanteggiare).
Racconti, leggende e testi di storia raccontano di pirati corsari e predoni che nel corso della loro attività si arricchirono e diventarono così potenti da interferire seriamente negli scambi commerciali delle varie epoche.
Famosi furono i corsari di Salè (ora tranquilla cittadina subito a Nord di Rabat) quelli delle Isole Tortuga, il pirata Morgan, il Brbarossa e molti altri ancora, le cui gesta in seguito avrebbero dato spunto a trame di film e narrativa di ogni genere.
..in luglio del 2005 provenivo dal territorio della Kabardina Balkaria ed ero diretto ad Astrakhan. Intendevo fare questo tragitto in linea retta attraverso la steppa del Kuban (sia le carte che il GPS mi indicavano una pista ben marcata) ma mano a mano che proseguivo in direzione Nord-Est la traccia diveniva sempre più invisibile. Le persone incontrate lungo il cammino alle quali avevo chiesto informazioni mi sconsigliarono vivamente di proseguire in quella direzione; la pista si sarebbe dissolta nel nulla ed il terreno ad un certo punto sarebbe diventato così accidentato da rendere difficile l'avanzamento anche ad un mezzo cingolato!
Che fare!?
Anche se non era nei miei piani, non avevo alternativa, non mi restava che raggiungere la costa del Mar Caspio all'altezza di Koçubej attraverso Ossezia Inguscezia Cecenia e Daghesthan, poi prendere l'unica strada che in direzione Nord lungo la costa del Caspio mi avrebbe condotto ad Astrakhan (quella strada si sarebbe poi rivelata per metà una pista insidiosa e sabbiosa come il fech-fech dell'Algeria, seppi in seguito che il governo russo tiene "agibile" solo questa via per meglio controllare il Sud del paese).
Nascosi i soldi nel paracilindri e mi misi in marcia, tutto bene fino all'ingresso in Cecenia poi ore interminabili alla frontiera interna. Domande assurde (qual'era il nome del bisnonno materno?) , ho dovuto vuotare completamente tutti i bauletti e togliere qualsiasi pezzo della moto che a detto loro potesse nascondere qualcosa poi, dulcis in fundo, 10 minuti immobile di fianco ad un cartellone sul quale erano esposte le foto dei terroristi (o patrioti?) ricercati in quel momento, nella possibilità potessi essere uno di loro. Non oso immaginare quel che sarebbe successo se fossi somigliato anche lontanamente ad uno di quegli uomini!
Passarono 3 ore e finalmente ebbi l'autorizzazione a passare, presi direzione Grozny. Ero stanco, avevo perso un sacco di tempo prezioso a causa di quelle teste di legno della gendarmeria di frontiera e non mi andava di passare la notte in quella zona, ammesso che avesi trovato una sistemazione.
Accelerai l'andatura ma la tenni per poco, all'orizzonte si intravedeva un posto di blocco. Penso -sono solo in due, magari sono li solo per un controllo e neanche mi fermano..-
Paletta, alt, mi fermo..
-Dobraìè Utra!
-Buongiorno.
-Document?!
..ci risiamo! Mentre uno controlla i miei documenti l'altro mi tiene la canna del Kalashnikov a 30 cm dal torace. Dopo pochi minuti il tizio che controlla, in inglese mi informa che c'è da pagare.
-..mi dispiace, non parlo inglese.
Quello del kalashnikov me lo appoggia quasi addosso.
-..aspetta, forse mi ricordo un pò di inglese dalle medie.
Quello dei documenti sogghigna.
-..perchè c'è da pagare?
-Strada sotto protezione, devi pagare la scorta!
Alla frontiera nessuno mi aveva avvisato di questo anzi, molte guide e la gente stessa parlavano di questo tipi di raggiro.
-..grazie, ma la scorta non mi serve, penso di poter procedere da solo.
Quello del kalashnikov me lo spinge sulle costole.
-..ok, forse avete ragione, è meglio con la scorta.. quanto costa?
-3.500 rubli.
-3.500!? (è l'equivalente di 100 euro, sono pazzi) ..non li ho.
e cerco di fare la faccia più tenera e compassionevole che posso.
Quello dei documenti fa finta di pensare.
-ok, solo perchè sei tu facciamo 3.000.
-Ma non ho neanche quelli! Non viaggio con molti soldi in tasca, queste zone sono piene di patrioti ..hem, terroristi!
e gli mostro il portafoglio con dentro solo 1.000 rubli, mettendo in mostra la carta di credito con la speranza che non salti loro in mente di accompagnermi alla banca più vicina anche se dista più di 1oo km. Quello dei documenti pensa ancora, mi guarda cercando di capire se lo sto prendendo per i fondelli, poi sbotta
-Horoshò, 1.000 rubli!
Cerco di sorridere facendo finta di ringraziarlo di cotanta bontà, lui mi guarda e contento dell'affare appena fatto mi dice
-In fondo sono soldi spesi bene, li hai spesi per la tua sicurezza.
Lo guardo, annuisco e sforzandomi di continuare a sorridere cerco di nascondere il mio stato d'animo e il desiderio incontrollabile che mi stava nascendo; gli sarei saltato al collo e gli avrei staccato volentieri l'esofago a morsi!
-..certo. Rispondo.
Salgo in sella li guardo e dico loro di seguirmi che andavo di fretta e che dovevano farmi da scorta in quel paese pieno di terroristi.
-Certo, ti raggiungiamo in un attimo, parti pure.
Non mi raggiunsero mai, ero sicuro di questo fin dal principio. Per tutto il resto della giornata rimasi con lo stomaco sotto sopra con la rabbia che mi covava dentro, inerme di fronte a quel sopruso non avevo modo di sfogarmi con nessuno e per tutto il tempo pensai a quanti episodi del genere e molto peggio erano vittime le persone del posto. Se solo fossi stato in Italia, glie l'avrei fatta vedere io a quel gradasso! Arrivai alla conclusione che la coscienza di un popolo si forma solo attraverso molto tempo e dipendeva forse solo dal caso che io fortunatamente ero nato in un paese come l'Italia e loro in uno che si chiamava Russia.
..tornando dal Caucaso quell'anno, a pochi km da casa lungo la strada statale (un largo rettilineo con visibilità di km e km) trovai dislocata un'intera segnaletica da cantiere ma il cantiere non c'era; forse dovevano ancora allestirlo forse l'avevano appena sgomberato e avevano dimenticato di togliere la segnaletica, o forse..
Dietro ad un cartello che indicava la velocità massima a 50 km/ora era montato un autovelox, me ne accorsi troppo tardi e gli passai davanti a poco più di 70 km/ora, ero quasi sicuro di essere stato immortalato.
Dopo alcuni giorni mi recai al Comando della Polizia Municipale e chiesi del Comandante al quale fare le mie sonore rimostranze per la subdola maniera nella quale era stato montato quel rilevatore di velocità. Il Comandante confermò il mio sospetto, ero stato fotografato e, accomiatandomi quasi subito senza ascoltare le mie lamentele mi disse
-suvvia Signor Chieregato, in fondo quei soldi sono stati spesi bene, sono stati spesi per la vostra sicurezza!